
VITAMINA D: funzioni ed alimentazione
La vitamina D viene molto citata in abito nutrizionale per le sue innumerevoli funzioni, tuttavia
anche nell’ambiente sportivo se ne sente parlare spesso, forse per il suo meccanismo d’azione
analogo a quello degli ormoni steroidei. La vitamina D fa parte delle vitamine liposolubili ed è
l’unica che, oltre ad essere introdotta con gli alimenti, può essere prodotta anche dall’uomo in
seguito all’esposizione ai raggi solari UV-B, che permettono la conversione nella pelle del 7-
deidrocolesterolo (7-DHC o provitamina D3) in previtamina D3 e poi in vitamina D3. Da un
punto di vista nutrizionale essa si trova negli alimenti animali (latticini, burro, tuorlo d’uovo,
fegato e pesci grassi) sotto forma di colecalciferolo (vitamina D3) e in minor misura negli
alimenti vegetali sotto forma di ergocalciferolo (vitamina D2). La vitamina D3 raggiunge poi il
fegato, dove viene convertita in 25-idrossivitamina D3, che viene poi attivata in 1,25-
diidrossivitamina D3 (o calcitriolo), cioè l’ormone attivo. Questo circola nel sangue legato alla
proteina legante la vitamina D (DBP) ed agisce sulle cellule che esprimono il recettore per la
vitamina D (VDR, recettore steroideo nucleare presente in quasi tutte le cellule dell’organismo),
modulando la trascrizione genica. La vitamina D ha quindi effetti su vari organi e tessuti.
Gli effetti della vitamina D su organi e tessuti
– Osso: in caso di adeguati livelli di calcio stimola la mineralizzazione ossea e il deposito di
calcio e fosforo; in caso di carenza di calcio stimola il riassorbimento osseo per aumentare la
calcemia
– Intestino: stimola l’assorbimento di calcio e fosforo
– Paratiroidi: inibisce la sintesi di PTH
– Cellule immunitarie: stimola la differenziazione e l’attivazione dei macrofagi, inibisce
l’espressione del MHC2 nelle cellule presentanti l’antigene, inibisce l’attività dei linfociti Th1 e
inibisce la produzione di citochine, prevenendo lo sviluppo di patologie autoimmuni quali diabete
mellito di tipo 1, sclerosi multipla, tiroidite di Hashimoto e malattie infiammatorie croniche
intestinali
– Tessuto adiposo: si accumula al suo interno, stimola l’ossidazione degli acidi grassi e il
consumo energetico, inibisce l’adipogenesi prevenendo lo sviluppo di sindrome metabolica,
obesità, insulino-resistenza, ipertensione, dislipidemia e diabete mellito di tipo 2
– Metabolismo glucidico: stimola la secrezione insulinica ed aumenta il numero dei recettori
insulinici, prevenendo lo sviluppo di DM2
– Metabolismo lipidico: riduce i livelli plasmatici di colesterolo totale, LDL e dei trigliceridi,
potenziando la terapia delle dislipidemie
– Muscolo scheletrico: stimola la sintesi proteica, l’efficienza contrattile ed inibisce la miostatina,
aumentando la forza e riducendo il rischio di cadute e fratture.
E’ importante rammendare però che questi sono gli effetti che la vitamina D ha in concentrazioni
fisiologiche, un suo sovradosaggio non determina ulteriori effetti benefici, anzi può provocare un
accumulo che dovrà poi essere compensato dall’organismo, peggiorando lo stato di salute e le
performance. Nel prossimo articolo verrà analizzato nello specifico il fabbisogno, i rischi di una
eventuale carenza e come risolverla ricorrendo o meno all’integrazione.