PROBIOTICI: alimentazione e supplementazione nei disturbi gastrointestinali

Tra medici, farmacie e pubblicità spesso si sente parlare di fermenti lattici, supplementi piuttosto
cari che ci promettono di alleviare una moltitudine di disturbi gastrointestinali. Non tutti questi
prodotti però rispettano le loro promesse, infatti solo quelli formulati nel modo opportuno
possono davvero darci qualche beneficio. Per capire meglio come districarsi nel marketing e
scegliere ciò che fa al caso nostro è necessario sapere prima un po’ di teoria. I probiotici sono
integratori o alimenti appositamente arricchiti di microrganismi vivi che se assunti in quantità
sufficienti sono in grado di prevenire e curare la disbiosi, cioè un alterazione della normale flora
batterica intestinale. Spesso vengono impropriamente chiamati fermenti lattici, dato che non
sempre i batteri probiotici sono in grado di fermentare gli zuccheri e non tutti producono acido
lattico.

Questi prodotti svolgono un gran numero di azioni benefiche, quali:
-la neutralizzazione delle sostanze tossiche e cancerogene come i nitriti
-la sintesi di vitamine (B2, B5, B8, B9, B12, K)
-la sintesi di acidi grassi a catena corta (acetato, propionato e butirrato, dotati di effetto
antiossidante, capaci di migliorare l’utilizzo del glucosio e dei grassi da parte delle cellule
dell’organismo e ridurre la sintesi epatica di colesterolo)
-la competizione per lo spazio ed i nutrienti con le specie patogene
-il miglioramento della digeribilità dei nutrienti
-lo stimolo del sistema immunitario.

Tutti questi vantaggi sono però possibili solo se i microbi contenuti nel prodotto probiotico
rispettano alcuni requisiti fondamentali:
-devono essere normali componenti del microbiota umano
-devono essere sicuri e non scatenare infezioni o reazioni immunitarie
-devono essere vivi ed in grado di sopravvivere e riprodursi nell’intestino umano
-devono sintetizzare sostanze ad azione antimicrobica (es. batteriocine, acido lattico)
-devono essere presenti in quantità sufficiente, minimo 3 miliardi.


Normalmente i probiotici contengono una combinazione di varie specie batteriche (lattobacilli,
bifidobatteri ed enterococchi) e fungine, talvolta associati a prebiotici o vitamine. Spesso
vengono assunti in contemporanea con gli antibiotici per limitare gli effetti collaterali che
questi hanno sul microbiota intestinale, tuttavia il beneficio è minimo visto che gli antibiotici
uccidono tutti i batteri che incontrano, compresi quelli assunti col probiotico, che non hanno così
l’opportunità di attecchire nel intestino. Molto utili sono invece quando presi dopo una
gastroenterite o una terapia antibiotica per riequilibrare la normale flora batterica, in questo caso
la durata della terapia probiotica è variabile a seconda del tipo di probiotico assunto e dalla
risposta individuale. Personalmente consiglio solo prodotti contenenti in grande quantità un gran
numero di specie microbiche, come il VSL#3 in bustine (8 ceppi per un totale di 450 miliardi), da
conservare in frigorifero ed assumere 1 sola volta al giorno 30 minuti prima di colazione.

L’uso sportivo dei probiotici spesso li vede impiegati cronicamente per risolvere disbiosi causate dal
massiccio impiego di integratori o il ricorso a diete profondamente sbilanciate a favore delle
proteine e a discapito dei carboidrati. In questi casi la supplementazione con fermenti lattici è
solo una spesa che può arrivare a molte centinaia di euro l’anno, mentre la reale soluzione
sarebbe quella di rivolgersi ad un nutrizionista per individuare una dieta più sana ed equilibrata.

Infine, parlando di alimentazione, talvolta si consiglia di assumere yogurt per la cura dei disturbi

gastrointestinali, tuttavia questo prodotto non soddisfa i requisiti prima elencati. I batteri
contenuti nello yogurt (Streptococcus Thermophilus e Lactobacillus Bulgaricus) sono
microrganismi lattici utilizzati per la produzione di un alimento fermentato igienicamente sicuro e
gradevole dal punto di vista organolettico, ma che sono incapaci di sopravvivere ai processi
digestivi. Dovendo scegliere tra lo yogurt normale e quello greco è meglio prediligere
quest’ultimo, in quanto contiene più proteine e meno zucchero, lattosio e sodio. Lo yogurt risulta
comunque un ottimo alimento in caso di disbiosi, visto che risulta più digeribile del latte e
contiene preziosi nutrienti prodotti dai microbi in esso contenuti. Discorso diverso vale invece
per il kefir, una bevanda ottenuta dalla fermentazione del latte e che contiene diversi ceppi
micorbici probiotici adatti alla normalizzazione della flora batterica intestinale.

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