IPERTENSIONE:
Cos’è e come risolverla con lo stile di vita
Che cos’è?
L’ipertensione arteriosa costituisce un vera e propria piaga che colpisce il 31% della
popolazione italiana, esponendo chi ne è affetto ad un aumentato rischio per malattie
cardiovascolari quali ictus, infarto, scompenso cardiaco, vasculopatia periferica ed
insufficienza renale. Essa si definisce come una pressione arteriosa superiore a 140/90 mmHg
e si classifica in essenziale (costituisce il 95% dei casi, ha eziologia sconosciuta
probabilmente dovuta a stress mentale e fisico, obesità, età avanzata, aumentate resistenze
periferiche ed eccessiva assunzione di sodio e alcool) e secondaria a patologie endocrine
(sindrome di Cushing, acromegalia e feocromocitoma) e al consumo di farmaci
(anticoncezionali, glucocorticoidi, FANS ed eritropoietina).
La sintomatologia è assente nella maggior parte dei casi, anche se un’ipertensione grave può
dare cefalea, capogiri ed alterazioni visive.
Diagnosi di ipertensione
La diagnosi di ipertensione prevede la misurazione della pressione arteriosa attraverso un
bracciale di dimensioni adeguate all’arto del paziente, il quale viene gonfiato finché il polso non
scompare, a questo punto si fa uscire l’aria lentamente fino a quando non si sente il primo
rumore di Korotkoff, che corrisponde al valore di pressione sistolica. Si continua a ridurre la
pressione del bracciale fino alla scomparsa dei rumori, corrispondente al valore di pressione
diastolica. Per una misurazione attendibile è necessario che il paziente sia seduto da almeno
5 minuti prima di iniziare, che si facciano almeno 2 misurazioni e che il bracciale sia a livello del
cuore.
Terapia farmacologica e non solo
La terapia farmacologica dell’ipertensione prevede l’impiego di diuretici, ACE-inibitori,
antagonisti recettoriali dell’angiotensina, calcio-antagonisti e β-bloccanti. Nella maggior parte
dei casi però l’ipertensione, specialmente se lieve, può essere ridotta se non addirittura risolta
ricorrendo ad alcune modifiche dello stile di vita, in particolare:
– perdere peso: un’eccessiva massa grassa comporta una maggior superficie da irrorare ed una
maggior resistenza periferica al flusso sanguino, entrambi elementi che possono favorire un
aumento della pressione arteriosa. I soggetti obesi e in sovrappeso dovrebbero impostare una
dieta ipocalorica fino al raggiungimento di un BMI (kg/m2) inferiore a 25, caratteristico di una
persona normopeso
– seguire una dieta povera di sodio e ricca di potassio: il sodio alimentare in eccesso è la
principale causa di ipertensione. Esso si trova naturalmente negli alimenti, ma viene anche
aggiunto durante la lavorazione artigianale, industriale e da ognuno di noi per condire i prodotti
finiti. Si stima addirittura che in Italia si consumi il doppio del sodio massimo consentito! Per
ridurlo è necessario evitare i prodotti che ne contendono in grandi quantità (prodotti da forno,
affettati, formaggi, surgelati, sughi pronti, merendine, snack ecc) e ridurne l’aggiunta
discrezionale agli alimenti, evitando però di smettere completamente di impiegarlo dato che
rappresenta un’importante fonte di iodio. Allo stesso tempo è importante aumentare il consumo
di potassio, il principale elettrolita intracellulare capace di bilanciare l’equilibrio idrico corporeo,
antagonizzando l’effetto del sodio. Gli alimenti ricchi di potassio e poveri di sodio sono tutti quelli
naturalmente presenti in natura: frutta, verdura, carne, pesce, uova e latte.
– svolgere l’esercizio fisico regolare: l’attività fisica è una dei migliori alleati per vivere una vita
sana e duratura, col vantaggio in più di potersi anche divertire nel svolgerla. L’attività consigliata
per chi soffre di ipertensione prevede 3-4 sedute settimanali da 60 minuti di attività aerobica a
bassa/media intensità, a cui si possono aggiungere 1-3 sedute di attività anaerobica in
palestra con un intensità del 30-60% e un range di ripetizioni tra 12 e 15. Tra i benefici
dell’esercizio fisico si riscontrano un aumento di volume fisiologico delle camere cardiache, un
maggior letto capillare, una migliorata funzione capillare (capacità di produrre ossido nitrico) e
quindi vasodilatazione, un aumentato numero e volume dei mitocondri ed una riduzione degli
altri fattori di rischio cardiovascolari. L’attività sportiva è invece controindicata in caso di
angina pectoris a riposo, scompenso cardiaco, ipertensione polmonare severa e ipertensione di
terzo grado (>180/110).
– ridurre il fumo e il consumo di caffè: sono entrambi vizi contemporanei di cui spesso si
abusa. Entrambi hanno un effetto simpaticomimetico, stimolando la vasocostrizione e quindi un
aumento della pressione arteriosa. Se il primo andrebbe completamente evitato, per il secondo
non si dovrebbero superare i 3 caffè al giorno, tenendo in considerazione che la caffeina si trova
anche nel thè, in molte bibite ed integratori alimentari.
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