Antropometria base con BMI, circonferenze e plicometria

La valutazione della composizione corporea riveste un ruolo cardine nel monitoraggio dello
stato di salute e nutrizionale, dagli individui sedentari fino agli atleti d’elite. Questo tipo di analisi
suscita in molti appassionati il desiderio di misurarsi e confrontarsi con i valori dei loro atleti
professionisti preferiti, i quali possono arrivare a percentuali di grasso impressionanti, fin sotto il
5%. Non sempre è indispensabile ricorrere ad apparecchiature sofisticate per farsi un idea della
propria condizione fisica. Strumenti come la BIA e la DEXA sono senza dubbio più attendibili di
metodiche di antropometria più rudimentali quali BMI, circonferenze corporee e plicometria, i quali però permettono a molte più persone di avere una stima iniziale ad un prezzo decisamente più accessibile.
Partendo dall’indice di massa corporea (IMC o BMI), questo è il rapporto tra il peso del
soggetto in Kg e il quadrato dell’altezza in metri. Non fornisce alcuna informazione sulla
composizione corporea del soggetto, né sulla localizzazione del grasso, ma viene utilizzato per
fare una prima e rapida valutazione delle condizioni di salute del soggetto, a cui possono
seguire ulteriori esami. Risulta poco utile in caso di gravidanza, soggetti sportivi (l’importante
presenza di massa muscolare altera il risultato per eccesso) ed anziani (questi possono avere
un BMI nella norma a causa di una massa magra estremamente ridotta ed una massa grassa
sovrabbondante). Il risultato ottenuto viene confrontato con delle tabelle di riferimento che
permettono di identificare lo stato di salute del soggetto (vedi sotto).

Tabella che classifica lo stato nutrizionale del soggetto in relazione al BMI
Arrivando alle circonferenze corporee, queste vengono misurate con un metro da sarta
tipicamente a livello di vita, fianchi, torace, cosce, gambe e braccia. Ad eccezione della
circonferenza vita, le altre misurazioni sono poco indicative dello stato di salute, ma possono
essere comunque utili se misurate ripetutamente per valutarne i cambiamenti nel tempo, per
esempio durante una dieta ipocalorica. La circonferenza vita viene misurata in posizione
eretta, alla fine di un’espirazione, ponendo il metro a metà dello spazio compreso tra il margine
costale inferiore e la cresta iliaca antero-superiore, approssimando al centimetro più vicino.
Questa misurazione permette di valutare l’obesità addominale del soggetto (pur non
discriminando il grasso sottocutaneo da quello viscerale) ed è quella che meglio predice il
rischio di malattie cardiovascolari e metaboliche, ancor più del BMI. Il risultato ottenuto viene
confrontato con delle tabelle di riferimento che permettono di identificare lo stato di salute del
soggetto (vedi sotto): il rischio è considerato elevato per valori maggiori di 102 cm nell’uomo e 88 cm nella donna

Il rapporto vita-fianchi (WHR) si ottiene dal rapporto tra la circonferenza vita in cm e la
circonferenza fianchi in cm misurata nel punto più largo dei glutei. È utile per descrivere la
distribuzione del tessuto adiposo (androide o ginoide) e i conseguenti rischi cardiovascolare,
metabolico e neoplastico, anche se non è considerato un indicatore preciso come la
circonferenza vita. Secondo l’OMS il rischio è aumentato per valori superiori a 0.90 per gli
uomini e 0.85 per le donne.


Infine viene la plicometria, una metodica che permette di stimare la massa grassa mediante la
misurazione dello spessore di determinate pliche cutanee (dette punti di repere) mediante un
particolare calibro chiamato plicometro. Tale metodica si basa sul presupposto che esiste una
relazione fissa tra la quota adiposa sottocutanea e il grasso corporeo totale. Per la rilevazione,
la plica deve essere presa tra pollice e indice, escludendo il muscolo sottostante. Esistono più di
19 punti di repere (le più utilizzate sono le pliche tricipitale, bicipitale, sottoscapolare,
soprailiaca, della coscia e del polpaccio) e più di 50 equazioni predittive utilizzate per calcolare
la massa magra e la massa grassa a partire dalla misurazione delle pliche cutanee. I risultati
che si ottengono sono però imprecisi e dipendono dalla variabilità intra e inter-individuale, l’uso
di plicometri diversi, la localizzazione dei punti di repere e la presenza di edemi.


Traendo le conclusioni, se dovessi dare un consiglio ad un individuo che non ha la possibilità di
ricorrere a metodi d’analisi più avanzati quali BIA o DEXA, suggerirei di lasciar perdere la troppo
imprecisa plicometria e affidarsi solamente ad una rilevazione periodica del peso corporeo e
delle circonferenze, le quali richiedono solamente un semplice metro ed una bilancia elettronica.
Una riduzione del peso e del girovita associata ad un mantenimento della circonferenza degli
arti fa intuire una perdita di massa grassa ed un aumento della massa magra. Viceversa una
riduzione del peso e delle circonferenze degli arti ma non del girovita sottintende una perdita di
massa magra ed un incremento della percentuale di grasso.

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