L’ACQUA: QUALE ACQUA BERE?
Quale acqua bere?
Nell’articolo scorso abbiamo parlato delle funzioni dell’acqua, del suo fabbisogno e dei benefici
di una corretta idratazione. A questo punto viene naturale chiedersi quale acqua bere. L’acqua
potabile non contiene solo H2O ma anche minerali quali sodio, potassio, bicarbonato, cloro,
zolfo, calcio e fluoro, che insieme a molti altri elementi contribuiscono a determinarne:
- Residuo fisso a 180°C (RF): è ciò che rimane facendo bollire l’acqua a 180°C, ci informa sul
contenuto totale di minerali in essa presenti. In base al RF l’acqua si classifica in minimamente
mineralizzata (RF<50mg/L, fortemente diuretica e consigliata in caso di calcoli renali; è troppo povera di minerali, specialmente se usata d’estate o dopo lo sport), oligominerale (RF compreso tra 50 e 500mg/L, è la più bilanciata ed adatta a chiunque), minerale (RF compreso tra 500 e 1500mg/L, adatta a sportivi e in estate, ma non l’ideale per chi ha calcoli renali o segue diete ipo-sodiche), ricca di sali minerali (RF>1500mg/L, ha un sapore sgradevole e può essere dannosa in caso di uso prolungato).
- Durezza: esprime il contenuto di calcio e magnesio e si misura in gradi francesi (°f). Un’acqua
troppo dura se ristagna può formare incrostazioni negli elettrodomestici e nelle tubature e può
essere responsabile di un sapore poco gradevole, tuttavia non può in alcun modo essere
responsabile dello sviluppo di calcoli renali, anzi può prevenirli chelando gli ossalati presenti
nell’intestino ed impedendone l’assorbimento.
- Colore: dipende dalla presenza di sali, particelle d’argilla in sospensione oppure da piccole
bolle d’aria. In generale l’acqua potabile è tipicamente trasparente.
- Sapore: anche questo dipende dalla presenza dei sali disciolti. Il cloro presente nell’acqua del
rubinetto può essere causa di un sapore sgradevole, ma essendo volatile basta lasciarlo
evaporare per 5 minuti in una brocca o un bicchiere. Anche il calcare può contribuire a
peggiorare la palatibilità, in questo caso l’unica soluzione è filtrarla con un depuratore o una caraffa filtrante.
Meglio in bottiglia o dal rubinetto?
L’Italia è il primo paese in Europa per consumo di acqua in bottiglia, questo per l’errata convinzione che bere dal rubinetto non sia sicuro, anche se questa è perfettamente potabile. Le acqua vendute in bottiglia vengono raccolte direttamente alla sorgente e devono sottostare a precisi requisiti di legge, anche se questi sono meno stringenti rispetto a quelli dell’acquedotto, la quale viene prelevata dalle falde
idriche sotterranee e sottoposta più di frequente ai controlli di sicurezza. Le acque vendute in
bottiglia poi inquinano di più, costano centinaia di volte di più rispetto all’acqua dell’acquedotto e
se vengono commercializzate in bottiglie di plastica che non sono state conservate al fresco e al
buio possono contenere sostanze tossiche derivate appunto dalla plastica. Se non si hanno
particolari problemi o esigenze, le acque del rubinetto si possono bere tranquillamente senza
bisogno di ulteriori trattamenti. Depuratori e caraffe filtranti non servono a potabilizzare,
ma solo a migliorarne il sapore e trattenere alcuni minerali attraverso un filtro a scambio ionico
ai carboni attivi. Questo filtro però deve essere sostituito frequentemente seguendo le
indicazioni del produttore, altrimenti smette di funzionare e diventa un ricettacolo di muffe e
batteri. Se non esistono problemi di eccessiva durezza dell’acqua e non c’è pericolo di
contaminazione con metalli pesanti derivanti da vecchie tubature, è consigliabile bere l’acqua
del rubinetto senza alcun tipo di filtraggio, dato che questa è perfettamente sicura e controllata
regolarmente. Per chi abita in Emilia-Romagna ed è curioso di sapere i valori della propria acqua del rubinetto è possibile andare sul sito di HERA, indicare il comune di residenza e dare un occhiata alle ultime analisi effettuate.
Naturale o frizzante?
Da un punto di vista nutrizionale non cambia nulla, dato che il gas
è formato da semplice CO2, per cui è possibile scegliere in base al gusto personale. Chi soffre
però di acidità di stomaco, reflusso gastro-esofageo, gastrite e ulcera peptica è meglio che eviti
le bibite gassate e prediliga quelle ferme.
Acqua o bibite?
Se le bibite contengono zuccheri non devono neppure essere prese in
considerazione come ipotetiche alternative. La soluzione migliore rimane sempre l’acqua, ma
per chi fatica a mantenersi correttamente idratato solo con questa, un’alternativa può essere
quella di ricorrere sporadicamente a bibite senza zuccheri, ricordandosi però che i dolcificanti
artificiali possono avere un affetto dannoso sul microbiota intestinale e che spesso queste
bevande contengono abbondante acido fosforico, il quale può danneggiare lo smalto dei denti
favorendo le carie e abbassare il pH ematico, il quale viene compensato rimuovendo calcio
dallo scheletro, indebolendolo.